Vite trasformate

Silvio Cortese

Prima di conoscere Gesù vivevo una vita che credevo fosse buona; non mi mancava niente e credevo di avere tutto quello di cui un uomo ha bisogno. In realtà si trattava di una bugia: mi ero creato una corazza per proteggermi da uno stile di vita che non mi apparteneva. Dentro di me stavo male, ero insicuro e cercavo di adattarmi a tutto quello che la società mi offriva. Pensavo non mi mancasse nulla, ma dentro di me sentivo un vuoto che non si riempiva, ma che al massimo era solo tamponato temporaneamente da cose materiali, per poi ripresentarsi.

Ci fu un periodo molto triste nella mia vita in cui mi resi veramente conto che in questo mondo esiste sia il bene che il male; diventai depresso e in soli 15 giorni persi parecchi chili, dimagrendo visibilmente. I miei cari erano preoccupati; ero già magro, quindi divenni una sorta di scheletro. Non riuscivo a stare a casa o a guardare la televisione, perché avevo perso il mio equilibrio, ero disorientato e dentro di me sentivo come un mare in tempesta.

Il Signore, però, non arriva mai in ritardo, ma sempre al momento giusto!

All’inizio dell’estate andai ad una festa con mia figlia, dove incontrai Daniela, una mia vicina di casa che, vedendomi in quelle condizioni, mi parlò di Missione Paradiso; desiderava tantissimo che a settembre vi andassi con lei. Durante l’estate, nel frattempo, il Signore mi mandò altri segnali. Ad esempio al parco giochi incontrai dei ragazzi che facevano giocare i bambini e nel frattempo parlavano di Gesù; a lavoro dei clienti mi lasciavano delle testimonianze scritte e mi parlavano del Signore.

Mi ricordo, inoltre, che una sera andai a Giarre per una serata di evangelizzazione e c’era il gruppo degli Hope Project che suonava, ballava e che proiettò un video molto toccante, che mi fece riflettere molto, sul sacrificio di Gesù. Era una scelta che in quel momento non comprendevo, ma poi ricevetti una sorta di rivelazione: esiste un Dio moderno, vicino a me, diverso da come me lo avevano presentato in passato, ovvero antico e distaccato. Anche una coppia di vicini di casa era convertita e mi invitava spesso ad andare con loro, ma io rifiutavo sempre: era chiaro che il Signore mi stesse cercando e parlando in diversi modi.

Mi sentivo chiamato e questo mi riempiva di stupore.

Il primo lunedì di settembre del 2012 andai a Missione Paradiso e trovai un ambiente che trasmetteva serenità, un ambiente tutt’altro che religioso. Per me fu un incontro del tutto nuovo; ero un po’ confuso, ma uscì col sorriso, senza capire bene cosa fosse successo dentro di me. Mi dissi, quindi, che sarei dovuto ritornare per cercare di capire meglio; da quella volta ho iniziato a frequentare tutti i lunedì e non ho mai smesso! Nella Missione si respirava un’aria bellissima e la qualità della vita era diversa, migliore.

Quando un lunedì rivolsi a Dio la mia prima preghiera, sentì che la ferita che avevo dentro il mio cuore si stava risanando in maniera soprannaturale, come solo Dio può fare. Ero felicissimo di tutto quello che era avvenuto; iniziai a leggere la Bibbia ogni giorno e non riuscivo più a fare e a dire tutto quello che di sbagliato facevo prima. La mia vita cambiò, non perché fossero cambiate le circostanze che vivevo, ma perché io ero cambiato e affrontavo tutto in modo diverso.

Ho fatto ordine nella mia vita, Dio mi ha dato una nuova identità e adesso non vivo più con quella corazza e quella maschera che indossavo, ma vivo ogni giorno con la sicurezza che accanto a me c’è Gesù, che mi protegge e mi guida.

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