Finora abbiamo esposto la teoria gender dal punto di vista di chi la rifiuta e la combatte. In questo articolo, però, vogliamo far luce su cosa ne pensano coloro che vogliono introdurre questa “innovazione” nelle scuole.
C’è una categoria di professori, dirigenti scolastici, e non solo, che appoggia gli “studi di Genere”, studi che già da circa vent’anni vengono portati avanti nelle università di tutta Europa e che solo adesso stanno arrivando anche in Italia. Questi studi, secondo loro, sono ben diversi dalla “teoria Gender”; infatti ritengono che la suddetta teoria non esista in realtà, ma sia stato dato questo nome dall’ambiente religioso per portare preoccupazione e allarme soprattutto tra i genitori . L’idea che i difensori del “genere” portano avanti, verte sulla dicotomia natura e cultura: ogni disciplina scolastica deve essere rifondata tenendo conto di quello che è naturale e di quello che, invece, è artificialmente indotto dalla cultura. Dicono che sia molto facile far capire a un bambino che solo una donna può fare figli, solo una mamma può accudirli (quello che avviene in natura), ma ritengono giusto e sano che la scuola possa insegnare anche il “dubbio” e non solo le certezze ontologiche. La scuola deve diventare, a loro avviso, un luogo per insinuare dubbi negli studenti, così da spingerli a conoscere ogni realtà esistente e soprattutto a rispettare la diversità, convivendo serenamente con essa. Si vuole portare i giovani a distinguere il genere, come processo culturale, dal sesso, visto invece come sistema naturale, e far capire loro che entrambe le cose possono andare bene.
Chi è a favore degli studi di genere ha un’idea chiara del perché la religione si stia mobilitando per ostacolare tanto il gender: ciò intaccherebbe il “monopolio”che la realtà ecclesiastica ha sugli snodi importanti della vita, su cosa è normale e cosa non lo è.
Da quando esiste l’umanità su questa terra, però, esistono regole, disciplina e una morale ben definita e viene considerato errato tutto ciò che esce dall’ambito naturale. Perché adesso si vuole arrivare a distruggere la “normalità”? Cosa c’è dietro questo processo che si sta portando avanti? C’è forse il bisogno di giustificare comportamenti lascivi e immorali?
E cosa pensano in realtà i cristiani? Bene… Dio ha dato una coscienza ad ognuno di noi e nessuno può farne a meno. C’è chi decide di darle ascolto e chi vuole metterla a tacere, arrivando a creare un ambiente favorevole intorno a sè, per evitare sensi di colpa e condanne. Sicuramente siamo in un tempo storico in cui tutto evolve ad una velocità estremamente accelerata.
A questo punto diventa sempre più indispensabile fermarsi un attimo e chiedersi da che parte stare.
Articolo scritto il 08/04/2015 da Notizie dal fronte
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